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mm. 203, delle quali soltanto il verso della carta 135 e le carte 136, 137 e 138 sono bianche.

La legatura è l’originale, coi piani di legno coperti di bazzana ad impressioni a secco di puro stile del Rinascimento. I fermagli d’ottone assai deperiti hanno nel dorso la forma di foglie d’edera.

Su ciascuno dei due riguardi coperti di carta è disegnato a penna un San Giorgio che uccide il drago. Il S. Giorgio che è disegnato nel riguardo posteriore è opera di pessimo artefice. Le proporzioni però e le movenze della figura non interamente errate lasciano pensare che fosse tratto da un originale a bastanza buono. I fori d’ago che si scorgono sotto le linee del disegno provano infatti che si tratta d’un cosidetto calco. Il S. Giorgio invece che si vede sul riguardo