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Havendo noi duncha facto celebre memoria de la virtù et splendore de molte preclare donne, a mi è parso illustre Gynevera, unica mia madonna, inconveniente et degno de reprensione, et la nostra gratiosa faticha inperfecta, passare sotto scilentio una nostra felsinea donna, degna di perpetua laude; la quale, ancora vivendo, non me pare manifestare il suo nome, instituto al sacro fonte de quello che possedette la valorosa vergene, figliola del re Metabo, regina de’ Volsci. Il nome dunque, ben che sia de molto splendore, a mi non piace altrimenti explicare, perchè fin a la fine non se può l’homo chiamare beato; ancora che costei habia proprio insito da natura et celeste privilegio, dal suo nascimento fin qui, in la sua florente aetate, il trumpho de gratia,