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che una gentildonna mai havesse facto uno sputo et uno gesto che honesto non fusse stato. Le parole de lei furono de tanta virtute et dolceza, che haverebbeno acceso el fuocho nel iazzo. Sapea cum grande modestia cum ogni generatione deportarsi, excepto cum li adulatori, suxeroni et reportatori de mali, li quali fugiva come pestifero morbo, perchè dicea erano quilli che ruinavano le citate et li regni.
Sempre fu de honeste parole et de egregii costumi. Non fu mai chachinante in piacere che havesse, ma bene cum modestissimo et casto riso. Non so se una altra intra le Cincinate donne, intra le Fabricie, Curie, Lucretie et Sulpicie, spendide, sancte giovene, ma infra le antique de proveta aetate, et infra le illustre figliuole del savio et grande Catone, essere superata, senza alcuna sentilla de lasivia; di che è da essere exaltata cum maxima laude. Quando dava