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Elysa Sforza duncha, priva de tanto pessimo peccato, vixe catholicamente, cum deiunii, elemosine et oratione. Per la virtù di una sua continua oratione a la gloriosa Vergene regina del cielo, seppe, il tempo de trenta giorni avanti, la sua fine, per la qual cosa se partì da Pavia per andare ad fare reverentia a Loreto al templo de la gloriosa Vergene, et venne ad Bologna, dove era l’unico figliuolo, quale desiderava vedere prima che morisse, come questa gratia havea sempre dimandata a Dio. Giunta che fu a Bologna et stata alcuni giorni et visitata da molte nobile donne, fu oppressa da infirmità, essendo circa de anni septanta; per la quale infirmità, come devota cristiana, expirò in pace a la beata vita, et cum funebre pompa et singular exequio de tutto el bolognese clero, fu il pudico corpo sopra la barra ornata de drappo nero, cum l’arme sphorcesche, adcompagnato da tutti li