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patiente regina seperata dal re, che erano tri anni compiti, fu assalita de mortal morbo, dal quale sentendose torchiare, fece in gratia dimandare al re suo marito che fare volea testamento; quale li fu concesso da lui; che fu la prima et ultima gratia, se disse, che mai da lui consequisse. Così facto el testamento, et dal re ratificato, lei, prima che morisse, el pose in exequtione; che furono legati pii a chiesie, a hospitali, et a li servi et serve di lei, per non essere ingrata, peccato nephando, de la fede et servitù loro. Dipoi, propinquandose a la morte, chiamò li figliuoli, confortandoli al virtuoso vivere; et specialmente al primogenito queste parole mosse: « Jacobo, primogenito mio, io me propinquo a la morte volando; ti prego, per obedientia filiale, vogli amare et temere Dio, operando sempre bene, perchè nulla cosa violente, sapi, non potere durare. Li tuoi fratelli vogli quanto la propria anima