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che era duca de Calabria, successe re nel paterno regno, et lei regina. La quale nel stato regale se gubernò cum la sua usata religione et serene virtute, per modo che di lei beatamente se parlava. Quando il regno fu invaso dal duca Ioanne per occuparlo cum lunga guerra, havendo il conte Iacobo Picinino per suo valoroso capitaneo, che fin in Neapoli de strenue opere d’arme ribombare facea, et il re Ferdinando cum florido exercito defendendosi, Isabella per sei anni sola gubernò la cità de Neapoli, capo del regno, cum iustitia et tranquilità et amore de citadini. Lei pur se mostròe rigorosa a li delinquenti, et de buoni fautrice; sempre cum franco animo confortò il marito a la guerra per diffensare il regno; fu de tanta continentia et tollerantia, che essendosi ribellato el principe de Taranto suo patruo, et mostrandose acerimo inimico de sè et del suo stato, che mai disse parola contra lui, che non fusse