dinatamente ogni cosa aperse a lei et dimostròli, come non dovea de quella infirmità morire; et come li hebbe questo decto, sparve. Et lei subito fu megliorata molto, et cum molta jocundità; et iubilò per molti mesi de tanta beata visione, repetendo: et gloria eius in te videbitur; per il che fu opportuno che le sorelle per obidentia li trovasseno una violetta; la quale habiuta, sonò lei più volte, et cum incomperabile dolceza cantava: et gloria eius in te videbitur. Et a le volte stava come muta, cum la faza verso cielo, che ricordare facea la sancta lira del divo re Davit. Le sorelle, vedendo questa armonia, stavano admirande, non cignoscendo la perfectione de la sancta donna; piangevano pur ancora perchè stava male; et lei dicea:«Non piangeti, che ancora starò cum voi; che Dio perdoni a chi n’è stato casone.» Et così levandosi de lecto et non senza grave male, andò per il monastero