Bona fidelissima femina, et de lei facto poco estima, mossa da l’ardore de la sua fede verso l’incarcerato Piero Brunoro, se dispose tutta a trarlo de le misere carcere, non temendo alcuna fatica, et fusse dura et aspra quanto se volesse. Andò duncha lei, pregando tutti li potentati et signori de Italia, che se volesseno de gratia operare de supplicare al re Alphonsio che li rendesse el suo Pietro Brunoro. Et non potendose per il megio de quisti pregati signori et potentati consequire la desiderata liberatione, se ne andò ella in Franza al christianissimo re et in Bergogna dal duca Carolo, et da loro hebbe lettere affectionate per la salute de Pietro Brunoro; et cum quelle se condusse ad Neapoli al re Alphonsio, et pregando sua Serenità presso le presentate lettere, cum dolceza et motevole parole, perchè quando volea era lepida et piacevole femina, li volesse dare il suo caro Pietro Brunoro, et