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de la pictura et sculptura, et pinse et sculpse sì egregiamente in eburnio, in brongio et in marmo, et maximamente la sua figura, che superò Sopole et Dionisio, de la sua aettate famosissimi picturi.
Ma Isotta, per seperare da sè l’ocio, se dette al studio de le scientie, et in quelle divenne non meno excellente, che Martia nel studio de la pictura. Questa Isotta duncha fu donna de religione et sanctimonia, fu abstinente et deiunante, fu piena de gravità et de tanta doctrina ed eloquentia, che credo ogni altra famosissima donna de le antique superasse; la qual cosa dimostrano le sue luculente oratione, scripte a li pontifici maximi, a Nicolao quinto et precipuamente a Pio secundo; quando la Sanctità del quale se transferì a Mantua, là donde concorse li christani principi per fare il passagio a domare l’alteza del Turcho, cum tanto studio et forza cercava extinguere il nome cristiano; la