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nel desiderio de far cosa iocunda al nostro Gynevero, così sequiremo. Isotta dunque primamente fu vergene felice et de tanto animo et di speranza in lo divino auxilio, che in tutto degl’homini il concubito neglese; nè alcuno degno partito, ancora che glorioso fusse, possette inclinare la celebre sua mente a prendere marito, nè da tale virginale proponimento non hebbe forza, conforto, persuasione et consiglio de amici et parenti removerla mai. Non altrimenti ad questo stato virginale Isotta se dispose, che facesse Marcia de Varone, perpetua vergene, la quale non constreta da superiore, nè da obbligatione de sacerdotio vestale, nè per voto de Diana, ma per propria voluntà et integrità del core nel stato virginale volse morire; che per lo suo mirabile ingegno et virtute de le proprie mane, despreciando li muliebri misteri, et per fugire l’ocio, incitativo a la lasciva concupiscentia, se dette tutta al studio