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84 | canzoni ascetiche e morali |
5no nd’apella om giomente,
ché d’omo non avem piú che fazone.
Che se descrezione,
arbitro, poder, cor, senno e vertute
noi fue dato in salute,
10a nostra dannazion lo convertemo;
ché tutto adessa avemo
fatta descrezion, malvagio ingegno,
arbitro, servo di peccato tutto,
defensore e sostegno
15e campion di disragion, podere,
cor che contra piacere
ha tutte cose oneste e graziose
ed ha per dilettose
quelle tutte che legge e Dio disdegna,
20e saver che disensegna
dritto, Dio, e malvagitá n’aprende,
vertú, ch’ogne vertú pena dar sotto
e vizi cria e in poder li stende.
Demonio a Dio e corpo ad alma avemo
25e lo secol tenemo
patria propia, somma, eternale.
E ciò è, lassi!, unde bendati semo,
per che ciascuno remo
tenem, vogando quanto potem ver male.
30Or chi è ora leale,
chi fedel, chi benigno, chi cortese
non m’è certo palese;
ma chi è malvagio e chi galeadore
e chi per disamore
35e per malvagitá e falseza ingegna
amico o frate, veggione a comuno.
E quel per maggior regna
e maggiormente orrato e pro è fatto,
che mei sa di baratto,
40treccando e galeando ad ogne mano;