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di guittone d'arezzo 75


135ché frati sen, como appare,
in carne e ’n spirto d’Adamo e d’Eva; e d’ona
eclesia madre bona
semo membri in un corpo insembri, e apresso
d’un sangue e d’una carne, e fatti ad ono
140gaudere eternal bono.
Per che, senza amico bono, como
po star, e com pot’omo
in onne bono, solo, giá gaudere,
e, sol, mal sostenere?
145In gauder certo solo om su’ ha ricchezza,
non gaudio; e ma’ gravezza
è, sol, periglio sostenere e morte.
Con quanti el vol sia, dico
om solo, senza amico;
150e, con amico, grande è ’l ben leggero
e mal parvo è ’l trafero;
e grave, u’ sono amici, esser può male?
Bene a giusto e ben vale.
Amar ben donque è bene,
155e gentil cor convene
quanto sé altrui amare e servir forte.
     Alquanto, amor, dett’ho perchee
infra noi te devem dir como dea;
dico ch’amor non crea
160che sol piacere e non piacer che bono.
Parta ciascun donque da see
al piacer de l’amico onni spiacente,
ed aduca piacente;
e se conven ch’amor pur sia in ciascuno,
165e’ sian da poi un core ed un podere,
sí che non mai volere
né desvolere l’un for l’altro deggia;
ma’ non faccia, né cheggia
alcuno a l’altro desonesta cosa,
170ché non giá è amorosa,