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36 | canzoni d’amore |
me conquistò de voi la segnoria,
ma la gran cortesia
de vostro dolze e debonaire core;
10non giá guardando ciò, ched in bassezza
tornasse vostr’altezza,
ma solo de quetar lo meo follore.
Gentil mia donna, amor, s’i’ per un cento
avesse magno cor, forz’o savere,
15operandol sol sempre in voi valere,
prendendovi final consomamento,
vostro compiuto don non mertarìa;
ché la passione mia
fo de natura fellonesca tanto,
20non mai partia de pianto
senza tornar vostro onor grande a onta.
Voi lo tornaste, amore, e non v’adusse
cosa ch’a mala vista fusse,
ma solo l’alma d’ogne pietá ponta.
25Gentil mia donna, dono è ch’al fattore
è magno e a chi ’l prende è quasi nente;
ma ’l vostro dono, amor, non fo parvente,
ch’eo presi vita e voi donaste onore.
Ma certo, amore meo, d’esta fallanza
30v’aduce perdonanza
lo bisogno o’ fui, grande oltra ch’eo dico;
ché non ho giá nemico
sí fero, ch’a pietá non fosse dato.
Ché non è vizio, ma virtú, pietate;
35ma vizio è crudeltate
e contra del pietoso esser spietato.
Gentil mia donna, assai porea mostrare
ragion, che porterea ’n vostra defesa;
ma tuttavia vorrea morte aver presa
40e ciò ch’è stato fosse anco ad istare.
Ché poi che corse tra villana gente
alcun parlar nesciente,