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annotazioni ai sonetti ascetici e morali 377


v. 9. Nel ms. si scorge solo: «... che he... de ciascun amante». La ricostruzione non è certo soddisfacente; ma non so trovar di meglio.

247, v. 9. Non oso emendare; ma il venetismo del verbo al singolare è troppo evidente per intuire qui un guasto della lezione primitiva. Sará da ricostruire: «L’ala en cui ecc.»; oppure: «L’ale en lui si figuran; e no è senza».

248, v. 12: «stuta». Mario Equicola che nel suo De tiatura de Amore ricorda questa serie di sonetti, come una «canzone», cita questo verso ma legge «satia» in luogo di «stuta». Il senso comunque non varia perché qui si parla del fiero volere d’amore che non si «stuta», cioè non si spegne, oppure non si sazia.

v. 20: «le ventri». Il ms.: «llevetri» con un segno d’abbreviazione; dunque: «Ile n vetri» o «le ventri». Comunque non capisco.

249, v. 14. Il senso non è chiaro, a meno che non si consideri l’ultima parola come voce di un supposto verbo «infernare», cacciar nell’inferno.

251, v. 4: «la figura», qui è sostantivo e vale: l’immagine, al v. 8 è invece verbo: la disegna.