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di guittone d’arezzo 33


eo dico ch’è vertá; ma essa ragione
ha me’ parte perdita,
ch’eo l’ho sempre servita
e — fomi a un sol ponto
55mestier — no m’aitò ponto,
ma fomi quasi onni om d’essa fellone.
     Parte servire ni amare
dia, ni speziale amico,
ch’è segnore ni capo dico,
60per cui dovesse restare;
né ’n mia spezialitate a far lí aveva,
ni la guerra voleva;
la casa e ’l poder ch’eo
lí aveva era non meo,
65ma lo teneva dal comune en fio
sí, che dal Prence en Bare
lo pora a men trovare:
perch’amo ch’el sia strutto
con me struggeva al tutto,
70sí che nemico non avea piú rio.
     Estròvi donque perdendo
onore, prode e plagire
e riterromi di gire
ad acquistare gaudendo?
75No: stianvi quelli a cui la guerra piace
e prode e ben li face;
tutto che se catono,
com’eo, potesse a bono
partir, picciolo fosse el remanente:
80ma l’un perché non poe
e l’altro perché a cioe
istar tornali frutto,
biasma el partire en tutto;
ma so che ’l lauda en cor lo conoscente.
     85Non creda om che paura
aggiame fatto partire,

Le rime di Guittone d’Arezzo. 3