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346 | nota |
24, v. 8: «l’amore»; il ms.: «lo core», l’emendamento è del Val., che volle evitare la ripetizione del vocabolo in rima. Contro l’opinione del Pell. e non ostante l’analogia col v. 96 della canz. VII, accolgo l’emendam. del Val. anche per il senso de’ versi segg.: laddove altri si sforza d’allontanarlo da sé, io mi sforzo di condurlo a me e di divenir servo della sua corte: naturalmente, d’Amore e non del cuore.
25, v. 3: «quel loco». L’espressione ci richiama al «loco», che, dopo la conversione, chiamerá «desorrato e reo» (v. XXVII, 7).
v. 10: «devisa’», cosí il Pell., intendendo: partii, allontanai. Il Val.: «diviso ha». Forse il meglio sarebbe emendare: «devis’ho».
26, v. 4 segg. Il son. si presenta irto di difficoltá. Mi allontano dal Val. e dal Pell., per conservare la lez. del ms. che può esser tratta ad una spiegazione forzata sí, ma... guittoniana. Intendo: che del tutto perda oppure acquisti in me e voi, amore, e la madonna mia. E a voi è mercé far lei in me, cioè far che lei stia in me. Quell’«in me» sarebbe cosí in relazione con il «dentro» del v. 3, mentre il concetto di «mercé» richiama al v. 1.
v. 8. Il Pell. spiega: vi prego che vi piaccia che io acquisti in voi, cioè ottenga quanto bramo. Credo invece che, conforme ai concetti precedenti, s’abbia da intendere: vi prego che vi piaccia pur d’acquistare me in voi.
v. 9. Il Pell. emenda: «Ma se perder n[o] è bel...» Ma qui si allude alla seconda delle due ipotesi proposte al v. 4: perdere o accattare. Dell’accattare ha parlato, ora tratta del perdere: Vi piaccia che io accatti, ma se piace invece che perda... Se un emendamento si dovesse introdurre, sarebbe quello di cambiare «ne» in «ue»: «se perder v’è bel...».
v. 13: «soferromi». Il Pell.: «sofferromi», e, nelle «Aggiunte» (p. 362) propone: «sòferomi». Credo però che si tratti di un futuro: «soferrò», coordinato al «viverò» del verso seguente.
v. 14: «par aggio», cioè ho come giusto, ritengo conveniente. Cfr. Not., 6.
27, v. 5: «lor», cioè: lora, allora. Cfr. XXVII, 41.
28, Questo son. e i due segg. formano una breve corrispondenza con Mastro Bandino. In margine al son. 30 nel ms. è