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di guittone d’arezzo | 31 |
ché ben fa forza dimession d’avere
talor bass’omo in donn’alta capere;
ma ciò non v’agradìo giá né v’agrata:
70donque d’amor coral fu ’l ben volere.
Amor, merzé, per Deo, vi confortate,
ed a me non guardate,
ché picciol è per mia morte dannaggio,
ma per la vostra, amor, senza paraggio.
75E forse anche però mi ritornate,
se mai tornare deggio, in allegraggio.
Amore, Amor, piú che veneno amaro,
non giá ben vede chiaro
chi se mette in poder tuo volontero:
80che ’l primo e ’l mezzo n’è gravoso e fero
e la fine di ben tutto ’l contraro,
o’ prende laude e blasmo onne mistero.
XV
Perché s’è partito dalla sua terra.
Gente noiosa e villana
e malvagia e vil signoria
e giudici pien di falsìa
e guerra perigliosa e strana
5fannome, lasso, la mia terra odiare
e l’altrui forte amare.
Però me departuto
ho d’essa e qua venuto;
ed, a la fe, che ’l maggio spiacimento,
10che lo meo cor sostene,
è quel, quando sovene
mene d’essa o de cosa
che ve faccia reposa,
tanto forte mi è contra talento.