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342 nota


6, v. 6: «no alento». Se lo iato sembrasse troppo forte si potrebbe facilmente emendare, col Val.: «non alento».

v. 10. Il ms. e il Pell. mancano del «che», inutile per il senso, ma indispensabile per la misura, poiché «guisa», come notò il Par., non può contare che per due sillabe. L’emendam. è del Val. Il senso è: al solo veder dipinto il mio tormento, anche il peggior mio nemico avrebbe compassione.


7, Tutto il son. è poco chiaro. Il senso mi par questo: Ahimè, buona donna, se quantunque io sia per voi un nemico, secondo la vostra opinione, io vi dedico questa mia inimicizia con cortesia ed umiltá, ebbene voi mi mostrate pur sempre con villania ed orgoglio il vostro malvolere. Ma cortesia vale nell’inimicizia come nell’amicizia. Si può uccidere usando cortesia e si può dar vita con villania. Siatemi dunque nemica ed uccidetemi cortesemente. Mi sarebbe non meno gradito, che se mi rendesse vita un’amicizia vile e sconoscente.

v. 14. I mss. hanno: A: «a vita a. vile nescon.»; B: «vita d amista desc.». Il Pell. s’attiene a B con lieve modificazione: «vita da amistá desc.». È lecito un tale iato? — domanda il Par. — Certo di iati se ne incontran tanti e d’ogni genere e in lezioni sicure, che anche questo non meraviglia troppo. Tuttavia mi sembra che o sia da seguire in tutto A, o da ammettere nella lez. di B l’omissione di «vil». Al Pell. quel «vile» sembrava peraltro poco opportuno.


8, v. 8. Il Pell. e il Par. hanno molto discusso la lez. e il senso di questo verso. M’allontano da entrambi, seguendo con un lieve emendamento la lez. di A. Ne risulta questo senso: E voi, amore, m’avete dimostrato che mi date tanto piacere quanto basta per spegnere, ammortizzare il veleno, in guisa che non mi uccida, cosí che io mi arrenda in vostro potere.

v. 14. Il v. manca nel ms. B. Il Pell. aggiunge al testo di A un «che», che non serve al senso e guasta la misura: «piacciavi che l’org.».


9, v. 4 segg. Il senso è: e non trovate altra ragione di questo, nessun altro perché, all’infuori del fatto che io vi chiedo, pretendo dalla maestá vostra un compenso qualsiasi per la mia fedeltá.