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338 | nota |
v. 107 segg. Seguendo il ragionamento che s’è proposto in principio (cfr. vv. 41-42) di guarire in primo luogo la volontá, gli sembra d’avere talmente mostrato il male d’amore e che il bene è anche peggiore dei mali, che gli uomini non bestiali dovrebbero ormai desiderare, volere la guarigione, e gradire di curarsi. Ma nel suggerire la cura ha bisogno che Dio stesso lo illumini.
v. 118. I mss. sono concordi nella lez. data, che potrebbe forse significare: servire correttamente e chiedere di onorare la gente.
v. 177-184. La lez. di questi versi è incerta, ma il senso parrebbe questo: Un regno non si regge bene, quando il somiero cavalca il re: servirlo e onorarlo è non pregiar nulla i re. Ma — al di fuori della similitudine — la voglia che domina sulla ragione, il corpo che domina sullo spirito è di gran lunga peggior cosa che un manchevolissimo servo domini in sé da libero, si regoli, cioè, da sé liberamente, e domini un re, chiamandolo vil servo.
v. 193. Il senso è; Tu ami il corpo; qualora esso sia malato, ti sforzi di sanarlo lá (dove langue).
v. 194: «che non logni», cioè: che non s’allontani.
v. 203. Intendo: Il meschino fugge i frutti acerbi e non fugge il veleno, gustandolo, cioè, perché lo gusta.
XLIX. v. 7. Forse la lez. guittoniana è rispecchiata piú esattamente dai mss. B C: «ch’eo conto onta e gr.»; ma la lez. di A prescelta dá maggiore vivezza al trapasso.
v. 33: «ten», cosí i mss. e potrebbe anche dividersi: «t’è ’n» (Val.: «ti è in»); ma mi sembra che qui si debba intendere: per quanto ha di danno, per quanto è dannosa.
v. 36 Il senso è, credo, sicuro: e amare ogni pena che serva a combattere il vizio. Non è però sicura la lezione. Abbiamo seguito A che legge: «ellui consumare ecc.», con la risoluzione di «ellui» in «enlui», «e ’n lui» che non offre difficoltá alcuna. Ma B ha: «e amar sempre a consomar l’afanno»; e C: «e amar sempre in contrastarli afanno». Le note relazioni dei mss. B C vietano di dare importanza alle loro concordanze; ma «consomare» è valorizzato dall’accordo di A con B. Si potrebbe tuttavia trarre da B e C la lez.: «e amar sempre in contrastarli affanno», come appunto fa il Val.: «Ed amar sempre in contrastargli affanno».
vv. 40-41. Questa terza strofa è sovrabbondante di due versi e in questa imperfezione concordano tutti i mss., i quali pure