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v. 65. Cioè: dove voi avete tutto ciò che è vostro, v. 84. Intendo: Donde viene che gli stranieri hanno avuto compassione di cosí grande malanno, laddove i figli non lo compatiscono? E si può dire che han cura di lei?

v. 96: «prode», cioè: «prodest».

v. 98: «ben restae», o: «bon restae», secondo I, cioè: sta, risiede, il bene, o il buono.

v. 100 segg. Intendo: Considerate dunque giustamente quanto in tanta aspettativa può essere a voi di onore o meno.

v. 109 segg. Cioè: non stimate che il buono soltanto possa dar l’onore e soltanto l’onesto possa dare utilitá: il diritto e l’onore si può senz’altro («lesto», subito) dire danno piuttosto che vantaggio, se ad esso è misto il disprezzo.

v. 126. Intendo: ridotti al nulla o ritornati dove erano prima di ascendere.

v. 130 segg. Il senso è: I Pisani, o signori, sanno bene che solo per opera vostra posson guarire.

v. 139: «mostri», cioè: si mostri.

XLVIII. Premetto una nota sulla metrica molto incerta di questo compimento, che è, anche per questa ragione, tra i piú ardui.

Lo schema metrico dovrebbe essere il seguente:

A B b C A D d C; F f G H i i H L l m m, n o o p p Q q N

e il congedo dovrebbe essere uguale alla sirima. Ma appunto il congedo ha una irregolaritá che si riscontra anche nella seconda strofa: F f G H i i G L l ecc.; e la seconda strofa avrebbe, secondo i codici, un verso in piú (v. 40), anormalitá questa che potrebbe peraltro facilmente emendarsi. Si noti ancora che, nella fronte, il sesto verso nelle prime due stanze è settenario, e non endecasillabo. Il v. 131 fu dal Val., conforme ai mss., diviso in due, cosí che la stanza risulta di 28 anziché di 27 versi. Inoltre le stanze 3 e 7 mancan ciascuna di una coppia di settenari. Nella st. 7 il ms. B omette un settenario (v. 180), che ci è peraltro dato dal ms. I, il quale è a sua volta lacunoso in altre parti della stessa stanza. Sará poi un puro caso che la rima della coppia di versi che precede l’ultimo di ciascuna stanza e del commiato concordi talvolta (stanze 1, 3, 5, 6) con la rima del verso undecimo (terzo della sirima), e nel commiato con il verso quarto, anziché col terzo? Nella stanza 2, come nel commiato, alla rima del terzo verso della sirima corrisponde quella del verso ottavo della sirima, rispondenza che invece è, come s’è detto, con gli ultimi versi nelle stanze 1, 3, 5, 6. Viceversa nelle stanze 4 e 7 il terzo verso della