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v. 48. Cioè, che Dio ha convenuto, pattuito, promesso a chi è buono.
XXXVII. v. 18: «core»; l’emendamento è richiesto della rima al mezzo.
v. 21: «beni pugnando», si può forse intendere: propugnando, favorendo i beni, quanti giardini abbandonati tu rendi fertili di pomi saporosi, tu che sei maestro ecc. Il Val. emenda: «ben purgando».
v. 23: «fino»; la rima al mezzo richiederebbe: «fini». Ma vedi al v. 41.
v. 26: «rustica». Si deve certo scorgere qui un termine architettonico da accoppiare a «pilastro» del verso seguente. Ma «rustica» nel linguaggio degli architetti vale «bugnato», «intonaco» e non serve a sollevare cose cadute. Di qui il dubbio che si tratti d’una macchina rustica, come la «capra» od altra simile; ma mi mancano i riscontri sia nell’italiano che nel basso latino.
v. 25: «onn’», cioè «ogni»; il ms.: «on».
v. 35: «en ciascun»; il ms.: «eciascun». Il Val. emenda: «E a ciascun». Penso piuttosto all’omissione d’un segno d’abbreviazione.
v. 41. Manca la rima al mezzo.
v. 44. «e mendat’». Per avere la rima al mezzo bisognerebbe integrare: «mendato».
v. 65. Intendo: non nascondo, né getto affatto.
XXXVIII. v. 1. Sarebbe forse da correggere: «O beato».
v. 4: «suo». Sará da correggere: «tuo»?
v. 9: «santo tanto»; il ms. «santo santo»; il Val.: «tanto santo».
v. 16. Il soggetto di «toccare» è «om brutto» e non «magno ree»; di qui la virgola dopo «ree», che manca nel Val., il quale viceversa pone virgola dopo «brutto».
v. 27. Il Val.: «Riprendil; ché ben ecc.». Intendi: Se il mio scarso sapere è pavido di fronte al tuo alto valore, lo riprende colui che ben deve temere che un fanciullo entri in campo con un forte campione. E la scienza umana di chi, cioè: e c’è forse una scienza umana, che abbia potere ecc.
v. 36: «omo angel», cioè: uomo angelico.