Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/322

318 nota


parve inesatta al Pellizz., p. 12, il quale spiega: «ché anzi tu, o amore, oltre il mio merito e oltre ciò che era giusto, mi desti, quasi senza farmi penare, piú che ad ogni altro uomo vivente».


XXIX. v. 6. Il Val.: «n’è d’amar grande a.», nel senso: né per noi è con te fatica di amare ciò che è grandemente amaro. Il testo che propongo dá quest’altro senso: né fatica, né amarezza grande è amara con te, ed anche una piccola dolcezza appare con te straordinariamente dolce.

v. 10. Il Val.: «e d’umana». Il senso è: tu mi sembri lo scopo ultimo ed il naturai frutto d’ogni legge divina, naturale ed umana.

vv. 18-20. Intendo: né tu hai alcunché di buono dai malvagi, perché tra i felloni, a quel che io argomento (ragiono = penso), ogni amore è odio ed ogni pace è guerra.

v. 26. Il Val.: «né ben, forte pur quanto el vuol s’adagi»; ma «forte», lez. di B, non credo che convenga a «s’adagi», che vale: sia agiato, viva negli agi.

v. 31. Il Val.: «Perché tu, Amore,...», emendando per avere un endecasillabo. Ma la metrica richiederebbe in questa sede un settenario, al quale si potrebbe facilmente giungere, sostituendo a «perché», «ché».

v. 40. Il passo è oscurissimo, sebbene la lez. sia concorde ne’ due mss. Il Val. congettura molto, omettendo persino un verso, senza riuscire a dare un senso. Intendo: né Dio, né ragione vuole in alcun luogo chiunque si tenne lontano da te; al di fuori di te, non c’è né bene, né male. In te è tutta la rivelazione (la Legge e i Profeti) e tutto ciò che Dio vuole e tutto ciò che giova all’uomo. O empi, egli ci fa pro; perché con te, in te, l’uomo merita di godere cielo e terra.

v. 57. Il ms. B: «perché ragione grande n’avemo». Ma il v. deve essere settenario; e questa considerazione mi spinge, insolitamente, ad espungere «grande», aggettivo che del resto non aggiunge nulla al concetto.

v. 84. I mss. hanno: «ma d’una g.»; l’emendam. è del Val.

v. 95: «en tutto», cosí B; il ms. C: «in tutto», lez. questa che ci allontana dal pensare ad un «e ’n tutto» che pur si presenta spontaneo. Il Val.: «e in tutto».

v. 100 segg. Credo si debba intendere: e solo per la ragione ch’egli discese in terra e morí per il troppo amore di noi, l’uomo non meriterebbe punto d’avere l’amore che tutti abbiamo.