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annotazioni alle canzoni ascetiche e morali | 317 |
A C leggono «a voi»; per l’interpretazione è necessario aver presenti i vv. 92-93.
v. 87: «for mertar eo nente», cioè senza ch’io meritassi niente. Sulla lez. ed interpretaz. del passo v. Eg. Guitt., p. 32.
v. 99. Mi sembra si debba intendere: che non solo lo spero, ma mi par di vederlo come cosa giá conseguita, sia perché la pietá s’onora nel volgersi a colui che è molto bisognoso, cosí come la giustizia s’onora nel giudicare fermamente.
XXVIII. v. 3: «cortesia veggio», considero cortesia il biasimar te ecc.
v. 6: «mante via». Il ms. A: «spesse via»; il senso è il medesimo: molte o spesse volte.
v. 10. Cfr. Not. 4 per «de resia» anziché «d’eresia».
v. 12. Il Valer. legge: «e se mostranza divina a ragione», secondo la lezione di B. Seguo A interpretando: Se il mostrar la viva, cioè la vera e pura, ragione potesse mai esser giovevole, ecc. L’espressione trova corrispondenza al v. 14 nell’intenzione cioè di voler dimostrare in molte maniere quanto sia dannoso il loro stato.
v. 16. Il senso non è sempre chiaro; ma mi sembra possa intendersi: o amore, che sei peggio che guerra, qualcuno ti loda perché lo hai abbindolato in modo ch’egli ti crede dio potente e santo, qualche altro perché per suo mezzo inganna e froda gli altri; e si dice che tu renda valoroso il vile, eloquente l’ignorante, largo l’avaro, leale l’imbroglione, saggio il folle e noto il salvatico. Tuttavia chi ha la testa a posto vede chiaramente il contrario. E se anche esso fosse cosí, ne avrebbe certo vergogna, perché lo sarebbe per un folle motivo e perché tu non hai né misura né ragione; e se cosí fosse (cioè valoroso, eloquente, generoso, ecc., anziché vile, ignorante, tirchio, ecc.) egli che non ha l’abitudine di fare il bene ma da esso si allontana, allontanandosi amore, gli torna il disonore, perché il merito finisce quando finisce il ben fare.
v. 32. Cioè: che il bene nell’amore (lí) è straordinario, e che, se male c’è, esso ci è pure gradito.
v. 59 seg.: fa in modo che un sol danaro falso farebbe molto piú ricco chi lo possedesse.
v. 79. Il Val.: «ragion quasi for, pene ecc.», cioè: quasi al di fuori d’ogni ragione, mi desti piú pena, ecc. Questa interpretazione