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di guittone d’arezzo 27


25però s’èn forte forzosi e repenti
li miei piacer ver de lei sempre penti;
né de ciò far non credo mai repenti.
     Deritto so, merzé so ch’ègli a visa:
ch’altro per me ben si pensa ed avisa?
30Ma solamente lei saccio devisa,
e so figura parme en tutte visa.
Cosí m’ha departuto e devisato
da tutto ciò ch’avea anche avisato,
ch’a me non piace altra cosa ch’avisi;
35e cert’ho in veritá che gli altri visi
son, ver del suo, d’ogne beltá divisi.
     Prego fo lei che tuttor sia ben saggia
sí non m’auzida alcuna stagion, s’aggia
temenza ch’eo l’afenda, se non saggia
40che vero sia per affermata saggia;
ch’eo son sí d’amar lei coverto e saggio,
alcon non po de mio amor levar saggio;
però sí con li piace e vol mi saggi
e merti tutti li miei fatti in saggi,
45como li piace, e li valenti saggi.
     Va, canzon, s’el te piace, da mia parte
al bon messer Meglior, che dona e parte
tutto ciò che l’omo ha ’n esta parte.

XIII

Affina l’ingegno in «sottil motti» per lodare copertamente la sua donna.


     La gioia mia, che de tutt’altre è sovra,
en sua lauda vol ch’eo trovi, no ’n sovro
de suo piacer; ma fallo ad essa, s’ovro
la canzon mia, sí ch’a ciascuno s’ovra.
5Giá di ragion però non credo s’ovri,
per che l’engegno m’è ’n piacere s’ovri