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annotazioni alle canzoni d’amore 295


sembra giustamente, sebbene avessi giá (Gloss., p. 563) pensato a un «misdicete» (afr. «mesdire»), che peraltro non dovrebbe avere l’accezione comune di calunniare, dir male, ma quella di disprezzare. Forse si potrebbe anche dividere: «m’isdic.».

v. 45: «posso», cosí i mss. A B I e il Val.; il Pell.: «possa», seguendo C; ma non vedo la ragione del congiuntivo qui, dove, «secondo el parer meo», non si vuol far cadere ombra di dubbio sulla speranza; e tanto meno ha ragion d’essere il congiuntivo nell’analogo «mostri» del v. 48, che pure il Pell. trae dal ms. C, di contro al «mostra» degli altri mss.

v. 50. Il Pell. intende «aporta» per sopporta, facendone soggetto il cuore e oggetto la noia; ma il Par. giustamente osservava che può anche valere: importa, è necessario. Ho perciò posto fra due virgole «quando aporta», intendendo: valoroso cuore non si rivela nel saper sopportare gioia e piacere, ma nel saper sopportare, quando è necessario, noia assai, lá dove ogni vil core si perde e si sconforta.

v. 52. Accolgo la lez. dei mss. B I, interpretando: E perché m’affanno in acquistare? Io veglio solo ecc. E l’affannarsi è in relazione alla noia, nella quale si prova il cuore valoroso; e quanto ad «acquistare» non mi par dubbio che valga acquistar pregio, aumentare e migliorare il proprio stato. Nota la corrispondenza col v. 30 e con la strofa seguente.

vv. 61-65. Il passo contiene una sentenza che G. non disdegnò citare nella lettera morale diretta a Bacciarone (cfr. Mer. p. 331). Il pensiero è chiaro: chi è abituato al piacere non ne conosce il valore; ma, se sopporta il male, quando ritorna al bene, ne gusta il sapore piú che non creda.

v. 74: «ch’ho». Il Pell., preoccupato di dar la giusta misura al verso, emenda: «ch’[aggio]». Mi sembra minor male lasciare l’irregolaritá metrica.


IX. v. 2: «tutto» è lez. di I; i mss. A e B, il Val. e il Pell.: «tuttor».

v. 8: «selvaggia»; potrebbe anche preferirsi la lez. di A: «malvagia».

vv. 12 segg. Per la significazione che può assumere questo passo e tutta la poesia, si veda Eg. Guitt., pp. 12-15.

v. 20: «fallio», cosí il ms. A; ma B ed I hanno: «falli» e il Val. e il Pell.: «fallii». Accetto la lez. «fallio», forma della