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270 | sonetti ascetici e morali |
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De la disposizione de lo nome de l’Amore,
dicendol morte e guai meraveglioso.
Amor dogliosa morte si po dire,
quasi en nomo logica sposizione;
ch’egli è nome lo qual si po partire
en «a» e «mor», che son due divisione.
5E «mor» si pone morte a difinire:
lo nome en volgara locuzione
è con una «te»; l’«a» ven da langire,
e ’n latin si scrive entergezione.
Und’io l’appello e drittamente el nomo
10dal «mor» morte, da l’«ah» guai meraveglioso:
e ben è certo da meravegliare
che guai porgendo ammorta; ciascun omo
ch’a lui s’è dato l’ha per delizioso,
bene en onta faendol consumare.
243
De la garzonil forma de l’Amore.
La forma d’essa morte dolorosa,
che ’n esser d’un garzon è figurata,
desegna che ’n lei giá esser non osa
firmeza di ragion alcuna fiata,
5ma scanoscenza e volontá noiosa
movente maita mente disfrenata;
che ’n tal mainera lo garzon si posa;
né piú sentir, che vita è desennata.
E certo ben è natural figura
10de esso amor, cui guai e morte appello,
sí come se mostra per li simblanti
dei mortai ditti amorusi amanti,
faendosi a ragion catun ribello,
matto voler seguendo a dismisura.