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270 sonetti ascetici e morali


242

De la disposizione de lo nome de l’Amore,
dicendol morte e guai meraveglioso.


   Amor dogliosa morte si po dire,
quasi en nomo logica sposizione;
ch’egli è nome lo qual si po partire
4en «a» e «mor», che son due divisione.
   E «mor» si pone morte a difinire:
lo nome en volgara locuzione
è con una «te»; l’«a» ven da langire,
8e ’n latin si scrive entergezione.
   Und’io l’appello e drittamente el nomo
dal «mor» morte, da l’«ah» guai meraveglioso:
11e ben è certo da meravegliare
   che guai porgendo ammorta; ciascun omo
ch’a lui s’è dato l’ha per delizioso,
14bene en onta faendol consumare.


243

De la garzonil forma de l’Amore.


   La forma d’essa morte dolorosa,
che ’n esser d’un garzon è figurata,
desegna che ’n lei giá esser non osa
4firmeza di ragion alcuna fiata,
   ma scanoscenza e volontá noiosa
movente maita mente disfrenata;
che ’n tal mainera lo garzon si posa;
8né più sentir, che vita è desennata.
   E certo ben è natural figura
de esso amor, cui guai e morte appello,
11sí come se mostra per li simblanti
   dei mortai ditti amorusi amanti,
faendosi a ragion catun ribello,
14matto voler seguendo a dismisura.