Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/246

242 sonetti ascetici e morali

189

La larghezza.


     Larghezza, tu vertù, dand’e tenendo
ov’è, come, quanto e quando, degno,
e anche più nemic’om demettendo,
4che sovre onni tu’ don mertevil tegno.
     Tu traggi cor con forzo a bon vogliendo,
e covri, ove se’, quasi onni non degno.
Omo pentuto assai ha, te avendo,
8ché tu perdono li procacci en regno.
     Malvagi, boni, strani ed an nemici,
angeli e Dio in amor tuo destringi,
11se degnamente ben retto procedi.
     A degni e bisognosi e per Dio dici,
a ricchi neghi, e rei fuggi e fingi,
14for quanto a gran nicessitá li vedi.

190

La castitá.


     Castitate, tu luce e tu bellore
e candore preclaro in onestate,
smiraldo ’n gemme, ros’è in onni fiore,
4und’odore, valor, gran degnitate.
     Figlia spezial di Dio, d’angel sorore,
tu angelica fai umanitate,
celestial vivi in terra; a Re maggiore
8tuoi care belle figli’hai sposate.
     Reine sono: empiesi ’l cel de loro,
sí come ’n terra de terrene spose;
11e celestial spirto è ’n lor dolcezza,
     a cui carnal val men che fango a oro.
Tuoi gioi’ sigure, orrate, graziose,
14e d’onni parte magna han allegrezza.