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240 | sonetti ascetici e morali |
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L’ingiustizia.
Non giustizia, cioè falsezza e torto,
de vizio non sol part’è, ma tutto:
ov’ha podere, ogni diritto è morto,
4onni legge, onni ordo, onni uso è strutto;
per legge sua propio talento è porto.
Guai a bass’om, che lui avant’è addutto,
e guai sor guai a chi più n’ha conforto
8ed a chi ’l ten sor tutto in guai corrotto.
Onn’è bon giustizia, che dea rendendo
a Dio, a sé ed al suo prossim’omo;
11e, con v’è onni bono, èvi onne merto.
E si tort’, onne male è, ritenendo
rapendo e dando ove non dea; e como
14è male tutto, onni mal merta certo.
le virtù
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La buona virtú.
O d’onni bono bon, bona vertue,
e con cui bon sol bon potese dire;
e bono in sé non bon, ove non tue,
4ni male male, u’ ben può tuo plasire.
Perdita teco temp’onni pro fue,
e onta onore, e noia onni gioire;
pregio for te e bon omo ha due?
8E bono teco e pregio u’ po fallire?
Pover ricchi, villan gentil, bassi alti
son teco, e for te onni contraro:
11gioiose meraviglie in terra fai,
come e sovente tristi e rei rubalti.
Tu sol onore e amor merti caro,
14e sola te Dio ama e pregia assai.