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di frate guittone d'arezzo | 237 |
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L’invidia.
Invidia, tu nemica a catun see,
e ai toi più, ché li consumi in doglia;
Dio e sé perde e tutti om beni in tee,
4ché d’onni bon nemica in lui pon voglia.
Catuno tuo prova malvagio sée,
poi odia bono, e lui, se può, s’orgoglia;
onni vertù altrui lui vizio èe,
8e riccore a povertá lo spoglia.
L’altrui luce l’acceca e onor onta;
triaca è lui veneno e ’l bene male;
11odia bon tutti e grandi, e essi lui.
E quanto ben piò cresce, in mal piò monta:
a cui sa bon vizio retener tale,
14tegnalo fermo, e ben mostrisi altrui.
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La gola.
Vizio di gola, tu brutto e ontoso
quasi sor tutti; for quel di lussura.
Onta fai ’n dir, far, e far noioso,
4poder desfai, n’ispendi oltra misura.
Corpo turbi, infermi e fai gravoso,
anima in te danni, ché fai rancura;
e chi ’n opra di te è poderoso
8indarno contra vizi altrui lavura.
Lussura inde e vanitate molta
crii nel mondo certo e cupidezza,
11che fa rattori e usurieri in colta.
E piò ontosa e grave è tua gravezza,
ché laida è troppo la cagione e stolta;
14ché men d’uncia ’n palato è tua dolcezza.