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di frate guittone d'arezzo | 227 |
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I grandi del secolo son cortesi e generosi verso gli uomini e dimenticano Dio.
O grandi secular, voi che pugnate
con bombanza sí grande in cortesia,
e chi v’onora e ama, intendo, amate,
4e chi vo serve non per voi s’obbria,
e per neente altrui servite e date,
e in despregio è voi far villania,
ahi, come Dio mertar solo obbriate,
8ma non de far che lui oltraggio sia?
Ô lebroso, noioso, o ver non degno,
che tanto èv’a desdegno?
Non v’ama e serve e dá voi voi e quanto
avete in catun canto,
13per voi fornire e per altrui donare?
E sempre se promette in darvi regno!
Tale vostr’onor tegno,
da poi in ciò vo disorrate tanto,
qual chi lordasse manto,
18e ’l viso e’ se pugnasse e i piedi ornare.
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Mirino i signori il loro stato: dov’è la loro potenza?.
O voi detti segnor, ditemi dove
avete segnoraggio o pur franchezza;
ch’invenir nol so giá, ma prusor prove
4a lo contrar di voi mi dan fermezza
che giá non v’obedisce uno tra nove,
la cui ubidienza èvi vaghezza;
e disubident’un noia più move,
non fanno ubiditor mille allegrezza:
a vostra guisa non venta né piove,
10né dá piacer ciascun giá né gravezza.
D’altra parte pensero, affanno e pena,
superbia, cupidezza, envidia e ira
13e ciascun vizio a sua guisa vo mena.
Lo non poder di voi v’affrena e gira,
poder di vostro aversar v’incatena:
16ben fa ciascun se ben su’ stato mira.