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222 | sonetti ascetici e morali |
Dove legge tutte e dove usaggio,
u’ senn’, ove coraggio,
ove altezza di schif’animo e strano?
10Perché non vole d’omo om signoraggio,
e dal divin servaggio
dice non po lo core suo far piano;
ed a femina vil talor barone,
trascurata ragione,
15valore e onor, servo se dae;
e sol de notte vae
per lochi laidi e strain, come ladrone.
Oh, se ragion portasse al partir ch’hae!
Non forse uniria giae
20l’autezza de l’umana condizione,
unde senza questione
sé danna, brevileggio; e bestial fae.
154
Rimprovera all’amico messer Bottaccio di non ben seguire umana dirittura.
Messer Bottaccio amico, ogn’animale
dico razionale,
in quanto ten ragion di sua natura;
e om, ch’ha legge e ragion naturale,
5ben cernendo da male,
e in disragionata opera dura,
dico piò d’onne bestia è bestiale.
È onta e danno, a tale,
ragion; ché non ragion, ma voler cura.
10No scienza aver, ma scienza operar, vale;
e matt’è via piú quale,
se mal fa, piò sa arte o iscrittura.
E voi, messer, che non bestial figura,
ma cara, umana e pura,
15de gran lignaggio e grandi amici sete,
ahi, che gran torto avete,
non ben seguendo umana dirittura!