Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/207


di guittone d'arezzo 203

128

Ora il cielo è oscurato; ma la ventura gira.


     La planeta mi pare oscurata
de lo chiar sole, che riluce a pena;
similemente nel cielo è cangiata,
4turbata l’aere, che stava serena.
     Luna e stella mi par tenebrata,
salvandone una, che giá non s’allena
e per vertute nel cielo è formata;
8per lei lo sole si commove e mena.
     Or ben mi par che ’l mondo sia stravolto:
forse ch’avrá a tornare in sua drittura
11la ditta stella, che mi dá conforto.
     Omo non de’ sperar troppo in altura,
e per bassezza non si tegna morto,
14ché troppo gira spesso la ventura.

129

. Avrebbe potuto avere un gran bene: ha perduto il tempo come chi dorme.


     Ciascuno esemplo ch’è dell’omo saggio
da la gente de’ esser car tenuto;
e un n’audivi, qual eo vi diraggio:
4mentre omo dorme lo tempo ha perduto.
     Per me lo dico, che perduto l’aggio,
perdendo molto ben, ch’avrei avuto,
lo quale avere giá mai non poraggio,
8se non ritorna lo tempo ch’è suto.
     Eo credo che s’intenda lo dormire
a la stagione quando omo poria
11aver gran bene, se lo precacciasse;
     ma per lentezza sí lo lassa gire.
Omo dormendo molte cose avria,
14ch’assai sarebbe meglio che vegliasse.