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168 sonetti d’amore

58

Non gli procurano amore e pietá né il servire né il chiedere:
il dolore non passerá che con la morte.


     Altro che morte ormai non veggio sia
de lo dolore meo trapassamento;
ch’eo biasmo e laudo e vogli’e non vorria
che d’amar lei partisse el meo talento.
     5Ché pur contendo co la voglia mia,
onde mi trovo, lasso, ognora vento;
e poi che veggio che scampar non dia
giammai, non faccio alcun difendimento.
     Poi morir deggio, dirò che m’amorta
10quella, ch’onore e valor e piacere
e beltate sovra tutt’altre porta,
     e crudeltate e fierezza e volere
de darmi morte sí, che non mi apporta
amor servire né pietá cherere.

59

La donna, pur difendendo il suo buon diritto, si dichiara disposta
a dare un appuntamento.


     Certo, Guitton, de lo mal tuo mi pesa
e dolmi assai, ché me ne ’ncolpi tanto,
s’altri il suo ti difende, or fatti offesa,
s’aver nol dia giá tanto ni quanto?
     5Se per ragion sonmi de te defesa,
donque perché di mei fai tal compianto?
Ver è che la ragion tua non ho ’ntesa,
como cheresti me in privato canto.
     Ma vene in tale parte e ’n tal stagione,
10e pensa di cherer securamente
ciò che credi che sia di tua ragione,
     ch’eo tel convento dar ben dobbramente;
ma non cherer, né sia la tua ’ntenzione,
ciò che ’l chieder e ’l dar fusse spiacente.