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162 sonetti d'amore

46

La donna risponde che non si lascerá ingannare: le è nota la sua volontá: se ne vada.


     Per fermo se’ ben om, che gravemente
te se defenderia de follegiare,
né una donna non guaire saccente,
4sí sottilmente altrui sa sermonare,
     Or non vòi dire ch’eo sia saggia nente;
ma, quale son, tu non me poi ’ngegnare,
ché né fu, né será tal convenente
8in mio piacer giá mai, per null’affare.
     E poi che sí conosci il voler meo,
no me far corucciar, parteti omai!
11ch’eo ti farea parer lo stallo reo,
     tutto sie tu, dei tre, l’un ch’amo assai
più che cos’altra mai (fe chedo a Deo),
14ma non de quello amor che penser hai.

47

Il poeta non sa se andarsene o restare contro il volere di lei: vorrebbe morire.


     Ahi, come m’è crudel, forte e noiosa
ciascuna parte, e ’l partir e lo stare!
Partire non poss’eo d’amar voi; cosa
4sola sete ’n poterme gioi donare,
     e sete sí piacente ed amorosa,
che vi fareste a uno empero amare.
Star non posso, poi voi piacer no osa,
8ma diteme ch’a voi noioso pare.
     E vostra nòi move noiosamente,
ché vorrea mille fiate anti morire,
11che dire o far ver voi cosa spiacente.
     Ma se vi spiaccio, lasso, per servire,
sarò per deservir forse piacente?
14Certo meglio m’è morte sofferire.