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di guittone d’arezzo | 143 |
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È stato ferito da Amore e solo l’amore può aiutarlo.
Pietá di me, per Dio, vi prenda, Amore,
poi sí m’avete forte innaverato;
da me parte la vita a gran dolore,
se per tempo da voi non sono atato,
5ch’altri de me guerir non ha valore;
como quello che ’l tiro ha ’nvenenato,
che ’n esso è lo veneno e le dolciore.
E voi, amor, sí aveteme mostrato
che tanto de dolzor meve donate,
10ch’amorti lo venen sí non m’auzida,
perch’eo mi renda in vostra podestate.
E la merzé, ch’ognor per me si grida,
de dolze e de pietosa umilitate,
piacciavi l’orgoglio vostro conquida.
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Confida che misericordia possa un poco valere nella donna amata.
Se Deo — m’aiuti, amor, peccato fate,
se v’allegrate — de lo male meo:
com’eo — piú cher merzé, piú mi sdegnate;
e non trovate, — amor, perché, per Deo!,
5for ch’eo — de mia amorosa fedeltate
la maiestate — vostra, amor, recheo;
non creo — che però ragione abbiate
che m’auzidiate, — amor, cor di zudeo.
Non veo, — amor, che cosa vi mancasse,
10se ’n voi degnasse — fior valer merzede,
ché ciò decede — orgoglio e vi sta bene.
Tegno eo — tanto ch’eo merzé trovasse,
che mai non fasse — piú per me, de fede,
che dir: merzede, — amor, merzé, merzene!