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di frate guittone d’arezzo | 131 |
200alma e Dio defendendo,
pregio e amor reggendo,
e degnitá d’umanitate e nome
non pugni? Acerbe pome,
misero, fugge, e non venen, gustando.
XLIX
Esortazioni alle donne.
Altra fiata aggio giá, donne, parlato
a defensione vostra ed a piacere;
ed anco in disamore aggio tacere,
ove dir possa cosa in vostro grato;
5ché troppo ho di voi, lasso, indebitato
non vostro merto giá, ma mia mattezza.
Onta conto e gravezza
onor tutto e piacer che di voi presi.
Non che ’l dico vo pesi;
10ma debitor son voi, ché fabricate
ho rete mante e lacci a voi lacciando:
di che merzé domando,
e prego vi guardiate ad onne laccio
ed a li miei piú avaccio;
15ed io v’aiuterò com’io v’offesi,
se libere star, piú che lacciarvi, amate.
Donne, per donna, e donna e omo foe
sbandeggiato, deserto e messo a morte;
e donna poi fedel, benigna e forte
20parturio noi campion, che ne salvoe.
Unde donna, per este ragion doe,
e vizio in ira e bonitá in piacere
dea, via piú d’omo, avere:
vizio odiar per Eva, vergognare
25de lei, per lei mendare,