si d’omo è Dio scudieri.
Quanti e quanto confonde 130sperar troppo a poco, unde
sol retto ovrare è retto in Dio sperare:
faccia om bon che po fare
e, che Dio aiuti e compia al securo, ori.
Lo glorioso Dio, nome invocato, 135levi omo sé contra sé, sé sé rendendo,
spirto corpo abbattendo,
ragion voglia vertú vizio al totto,
e ciò far com ho mostro al mio malato,
dico che parta d’essa, und’è sorpriso, 140del tutto oreglie e viso,
penser, memoria, e sia di lei non motto.
E ciò pote, affannando corpo e core
de forte altro labore,
e pugnando de Dio trar gaudio e pena; 145e, se non basta ciò, lui pur convene
vino e carne lassare,
caldo e troppo mangiare
e astener, quanto poder sostene,
di materia. Oh, che calda è febra esta, 150unde calor tempesta!
Vol donque intrar freddore,
escir sangue, calore,
forte vestir cellice,
cocere, fragellare, 155e di pondi carcare
matta carne; e, sí affritta,
pur conven sia sconfitta
e spirto aggia di lei vettoria piena.
Non ten d’amar gran mena 160corpo, a cui a pena viver lice.
E se grave cura esta om vol dir sia,
confesso senza fallo esserla grave;
ma stimar dea soave