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126 | canzoni ascetiche e morali |
ma dá, portando, aiuto,
medici; e fuggendo,
contrarii molti prendendo,
pote omo sanare.
Non vole a Roma andare
25ver d’Alamagna ritto om caminando:
om contra sé pugnando
no è piú che voler esser vinciuto.
Non giá dico spegnando esser leggero
acceso forte in om d’amore foco,
30a ciò che nulla o poco
vole, chi meglio vole, ess’ammortare;
e si ben vole, è grave. E ch’è piú fero
che combatter om see?
Duro ème piagar mee,
35conculcare per forzo e pregionare;
vincer carne incesa anche e demone
prode vol ben campione.
Ma pur vince om, se vol, Dio aiutando;
ma se non vol di piano vincer, como
40vorrá, sé afrigendo omo?
Und’io opero vano
se pria voler non sano.
E gravissimo è, grave esso sanando,
schifar che ama omo: odiar che piace
45non de legger si face.
Unde non giá guerire
ardirebbe alcun dire,
ma Dio donando, intendo
sanando esso podere,
50assegnare devere;
ma bon suo fugge matto.
Ah, nemico s’è fatto
saggio e vero amico se stesso;
s’el fugge, ei punge appresso
55e lo prende e reten forte valendo.