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di guittone d’arezzo | 9 |
20non date lor podere,
se non vedete como
se po tenere l’omo — de non sguardare
lá ’ve natura agenza
tutta dolze piacenza — for mancare.
25Mancare non poria,
se lo pensaste bene,
de voi gran cortesia;
sí cessaria di pene
eo che son vostro amante;
30ed alcun om dottante — non saria
de voi sguardar, ché vago,
ché solo per ciò pago — viveria.
Viveria in maggio gioia
che null’om, donna altera,
35solo che senza noia
la vostra dolce cera,
sempre ch’eo la sguardasse,
enver me s’allegrasse, — e pago fora;
ma sia ’n vostro piacere
40ch’eo torni in meo podere — senza dimora.
IV
Si lamenta dell’orgoglio della donna e chiede d’esser rimeritato
del suo servire.
Ahi, bona donna, che è devenuto
lo compiuto — savere
e l’altera potenza
de vostra conoscenza, — ch’or non pare?
5Orgoglio e villania l’ave conquisa
e misa — a non valere;
ch’è, lasso, gran pietanza,
che me fa in doloranza — adimorare: