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di frate guittone d’arezzo | 121 |
e sí grazia ed amore, appo sciente.
Di cui sol pregio è gente,
nullo o parvo è pregio in ben de fore,
ma ne l’enteriore;
55ché, do n’ move lui che pregio o onta,
le piú fiate desmonta
a valere, a pregio e a salute
be alta domo, lignaggio e riccore.
XLVII
Esorta i Signori di Gallura a portar soccorso a Pisa.
Magni baroni certo e regi quasi,
Conte Ugolino, Giudici di Gallore,
grandezza d’ogni parte in voi è magna:
ciò che grazisce il mio di voi amore,
5e vol non tanto sol giá che permagna,
ma che acresca in tutti orrati casi;
e, se vol di grandezza esta di fore,
piú de l’enteriore,
ché nulla di poder è podestate,
10nulla de degnitate,
ver che di bonitate
è sovragrande e d’onor tutto orrata.
Chi po grande dir rege non bono?
Chi parvo om magno bono?
15Tutti rei parvi son, tutti i bon magni:
chi grandezza d’onor vol coronata,
di grandezza di bon essa acompagni.
Grandezza di poder non po né dia,
se non di bonitá seco ha grandezza;
20grande di bonitá val per sé bene.
E veramente in operar fortezza