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106 | canzoni ascetiche e morali |
debber segni essi a segno in te segnare;
che como in esso Cristo
salvò seculo esto,
salute essa dovei tu reformare.
95Isformata e quasi mort’era salute,
errore e vizio contra essa pugnando,
quando tu con magna onni vertute
levasti, forte e pro, lor contastando.
Lingue parlanti inique hai fatte mute,
100e mute parlatrici e a bon trattando.
Ciech’era ’l mondo: tu failo visare,
lebroso: hailo mondato,
morto: l’hai suscitato,
sceso a inferno: failo a ciel montare.
105Segnano anche altro esti segni in teie.
Dice Cristo: chi vol poi me venire
tolla la croce sua e segua meie;
cioè piaghe suoie deggia in cor sculpire
e nel suo dire e far portarle in seie;
110e chi non ciò, non pol ver cristian dire.
Unde tu, che dovei ricoverare
in vita vera e voce
di penetenza croce,
mertasti gonfalon esso portare.
115Tal se’e tanto e via maggio che tale;
e nei toi figli oh, quant’alzi grandezza,
in cui valore onni valente vale;
dator di scienza e di vertú, fortezza
vit’e bellor del mondo e lume, al quale
120parva valenza sole hav’e chiarezza,
che dentro alluman cori e i fan fruttare,
accendon caritate,
schiaran veritate,
diseccan vizi e fan vertú granare.
125Oh, quanto amore, quanta devozione,
quanta subgezione e reverenza