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de’ vescovi di Fiesole e poi de’ Martelli che lo aggregarono ai loro possessi di Gricigliano e che lo posseggono tuttora.

Dell’antico castello restano tuttora in piedi una parte della torre che minaccia di crollare da un momento all’altro e dei muraglioni rovinosi che indicano tuttora il recinto delle mura e l’edifizio principale.


(14) Le prime memorie della chiesa di Candeli (anticamente Candegli) datano dal 1150, epoca nella quale era insigne abbazia dei monaci Camaldolesi. Molti e molti documenti parlano del convento de’ Camaldolesi di Candeli che continuò ad essere tale fino al 1809, epoca nella quale soppresso il monastero, Candeli fu ridotta a semplice parrocchia.

È posta presso ad un piccolo villaggio non lungi dal rio Maggio sulla strada che, passando per i poggi che chiudono la valle dell’Arno, conduce a Villamagna, Miransù, Castiglionchio, Volognano e a Rignano.


(15) Potentissime oltremodo furon le famiglie consorti dei Da Quona, Da Volognano e Da Castiglionchio che presero nome da alcuni feudi che in numero grandissimo erano sparsi per il Valdarno fiorentino non lungi da Pontassieve.

Il celebre castello di Volognano, quello di Quona, Torri, Castiglionchio, la torre a Quona, Paterno, Altoraena, Miransù e tanti altri, rammentano tuttora coi loro bastioni rovinosi e le loro torri, i loro antichi ed illustri signori che anche in Firenze ebbero molte case e torri al Ponte alle Grazie e presso S. Remigio. Quasi tutte coteste famiglie appartennero al partito Ghibellino, ed è perciò che non ottennero grandi onori nel governo della Repubblica. I Da Quona dettero nome anche ad una delle porte del secondo