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Lontani lontani e quasi invisibili sono il colle di Quintole colle rovine d’un piccolo fortilizio che credo fosse de’ Donati e più lontano ancora il poggio della Falle colla superba villa Danti nei remoti tempi castello dei Guidalbucci e poi dei Guadagni.

In seconda linea appaiono dietro a queste colline, i monti del Mugello, i poggi di Monteloro13, di Monte Rotondo e di Montefiesole che poi vanno fino alla confluenza della Sieve coll’Arno.

Ora traversiamo il fiume e spaziamo liberamente lo sguardo sopra un’altra pianura ancor più ampia di quella sull’altra riva. Sono i piani di Ripoli, notissimi per la loro vaghezza e la loro fertilità.

Fra quegli orti verdeggianti, fra quei campi, dove nascono i frutti più belli che appaian sui mercati della città, tu vedi apparire un’infinità di case, di ville, di borghi e dì villaggi.

Ecco qui la Colonna, quasi nuovo quartiere fuori della città, sorto come d’incanto in questi ultimi anni, la Mattonaia, l’Anconella sull’Arno, la Nave in fondo all’ampio stradone detto del Castelli, poi sulla strada Aretina il borgo del Bandino, la Badia e Ripoli, antica abbazia di Vallombrosani fondata nel 722 da Adoaldo signore longobardo. Vicino a cotesta S. Piero in Palco, più su la Pieve, parrocchia antichissima fabbricata nel xiii secolo, e verso il Bandino l’ex-convento del Paradiso fondato dagli Alberti, l’antichissima e soppressa chiesa di S. Marcellino, e finalmente a piedi della collina il borgo del Bagno a Ripoli, che si ebbe tal nome da alcune terme romane scoperte nel 1687 in un campo a piè del poggio di Baroncelli.

Le pianure di Ripoli son chiuse da una catena di