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III.

Siam giunti al piazzale Michelangiolo, una delle più belle situazioni non di Firenze soltanto, ma di tutta l’Italia. Da quella piazza vastissima, adorna da un lato di un bel laghetto limpidissimo e da una superba terrazza con sopra un edilizio elegantissimo per uso di ristoratore che si specchia nelle acque le quali giungono zampillando dalle sorgenti di Gambarsia, qual sublime spettacolo ti si presenta allo sguardo! Che immensa estensione! Quante pianure, quante valli, quante colline, quante montagne ti stanno dinanzi! In quell’orizzonte interminabile, in quel meraviglioso tappeto che ti si stende sotto ai piedi, quanti punti di vista superbi, quanti luoghi degni d’ammirazione ti si presentano allo sguardo che non può saziarsi di vagare su quell’immensa estensione di terra, per la quale natura è stata prodiga di tutti i suoi vezzi!

Dal lato di mezzogiorno tu hai dinanzi il leggiadrissimo poggetto di cipressi fra i quali apparisce vaga-