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Nel 1662 dietro un concorso, al quale presero parte Gherardo Silvani, Matteo Nigetti, Cosimo Lotti, Francesco Guadagni, Giovanni Coccapani, Gabbriello Ughi e Giulio Parigi, fu dato l’incarico di ridurre la villa a quest’ultimo, ch’era un de’ migliori architetti del tempo.

Cotesto soggiorno prediletto dei Granduchi di Toscana fu in seguito abbellito da Vittoria Della Rovere e dal granduca Leopoldo I che lo fece decorare di affreschi di Matteo Rosselli, del Volterrano, del Gricci, del Traballesi, del Terreni, del Gherardini, del Fabbrini e del Del Moro, non che di pregevolissimi stucchi di Grato Albertoli milanese.

Attualmente nella magnifica villa del Poggio Imperiale è l’Istituto della SS. Annunziata che vi fu portato all’epoca del trasferimento della capitato da Torino a Firenze, quando il locale di quell’istituto, posto in via della Scala, fu ridotto a palazzo per il Ministero dei lavori pubblici.

A metà del magnifico stradone sorge un’altra bella villa torrita. È l’Imperialino, esso pure possesso di casa Medici ed ora dei marchesi Baldinotti. Passato di poco il piazzale Galileo, s’incontra la via detta di S. Leonardo.

Lì sul crocicchio c’è la trattoria Bonciani già casa campestre che appartenne all’antica e storica famiglia de’ Barbadori. Nello stesso luogo son pure la villa Piatti e la grandiosa villa Capacci che pare sia appartenuta alla famiglia Galilei. Dalla parte sinistra la via percorrendo la cima pianeggiante di uno dei colli d’Arcetri conduce a Porta San Giorgio dopo esser passata dinanzi a parecchie ville antichissime. La prima di queste che s’incontra