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barriera di s. niccolò | 55 |
ancora quasi intatte le due porte che munite di ponti levatoj davano accesso all’interno del castello. Dalla parte deirArno, che colle sue acque ne lambisce la base, s’inalza tuttora maestoso quello che un giorno fu il cassero; un solido edilizio dalle robuste mura di pietra chiuso fra due grandi torri che serbano in parte la vecchia merlatura. E nell’interno del vecchio fortilizio, sulla piazza che si distende dinanzi al cassero, stanno tuttora la piccola chiesetta e delle case alle quali i rabberciamenti e lo scialbo moderno han dato un carattere che forma uno strano contrasto coll’aspetto cupo e solenne del turrito palagio.
Fu questo il Castel di Remole del quale si hanno memorie fin dal x secolo; un potente fortilizio che col volger dei secoli si trasformò in un centro di pacifica e proficua attività commerciale. Quando precisamente sorgesse e chi lo edificasse non è facile accertare. Certo fu uno dei molti feudi che gl’imperatori di Germania avevano in Toscana, perchè nel 1191 l’Imperatore Arrigo ne confermava il possesso alla Badessa del celebre monastero di S. Ellero in Valdarno superiore. Ma in seguito, ne’ diritti di quel monastero si sostituirono alcune fra le più antiche famiglie di Firenze e fra le altre i Compiobbesi, i Donati, gli Albizi, i Rucellai, gli Alessandri che profittando dei vantaggi della località, utilizzarono il vecchio fortilizio per istituirvi gualchiere dell’arte della Lana e mulini.
Il castello di Remole colla sovrapposta rocca di Remoluzzo doveva costituire come il centro potente di un ordine di fortificazioni destinate a guardare questa parte della valle dell’Arno e a difender da questo lato la città da un possibile assalto de' nemici e quest’opere di difesa si completavano coi castelli di Yolognano, di Poggio a Luco, di Montaguto, di Majano posti sulla sinistra dell’Arno e cogli altri di Montalbano, Montegirone, Torre a Decimo, Quona e Montefiesole situati sull’opposto lato. È vero che la maggior parte di questi vecchi castelli era di proprietà privata; ma di fronte agl’interessi della difesa del proprio territorio il governo della Repubblica non aveva troppi scrupoli e più e più volte si trovano nelle sue deliberazioni ricordi di disposizioni date per afforzare e presidiare