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barriera di s. niccolò 47


Chiesa di S. Maria a Quarto. — Situata sull’alto della fertile collina che prende nome dal quarto miglio romano dal decumano di Firenze, questa chiesa è di remota antichità. Taluno la dice dell’ viii secolo; ma documenti che ad essa si riferiscano non si trovano che nei secoli posteriori al mille.

Della sua vecchia struttura, se ne togli le mura perimetrali, poco è sfuggito alle molte trasformazioni successive. La porta d’ingresso difesa da un portico del xvii secolo è di forma elegante del xiv secolo. Nell’interno, l’aspetto di modernità è anche maggiormente accentuato, ed all’infuori di una tavoletta del secolo xtv, rappresentante la Madonna col bambino Gesù, che si trova sull’altare a sinistra entrando in chiesa, nessuna dglle opere d’arte che dovevano esservi un giorno è giunta fino a noi.

Per quanto avessero nel popolo di Quarto antichissimi possessi diverse cospicue famiglie, nessuna di esse godette il patronato della chiesa che fu sempre riservato al popolo. Le famiglie Del Bene e Rosati originarie del pian di Rimaggio fondarono i due altari laterali e quello maggiore.

Nell’annessa canonica si scoprirono nel riparare i danni arrecati a quella come alla chiesa dal terremoto del maggio 1895, alcuni eleganti affreschi decorativi del xvii secolo.

Casa Bruciata, già Rimaggio o Poderino. - Villa Brogi. — Il nomignolo di Casa Bruciata, proprio di quella villa abbastanza ampia situata in uno dei punti più pittoreschi della collina di Quarto, non è antico e deve avere avuto origine da un incendio che forse distrusse in gran parte il fabbricato. In antico aveva il nomignolo di Rimaggio o di Poderino e con questo la troviamo descritta nel 1427 come possesso di Iacopo di Goro Della Ressa o Dall’Ancisa. Nel 1470 era passata in proprietà di Guido di Francesco Guidi del gonfalone Bue e la figlia di lui nel 1498 la recava in dote a Ser Antonio di Agnolo Lapini. Felice figlia di Ser Antonio andò in moglie a Francesco di Andrea dipintore, cioè al valentissimo discepolo di Domenico Ghirlandaio, Francesco Granacci, e gli portò in dote parte della casa che allora doveva esser di modeste proporzioni. I Granacci ebbero più tardi l’intero possesso che