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Ufficiali del Monte, per rivalersi di crediti che avevano verso questo Di Nello vendevano il podere colla casa ad uso di villa a Ser Giovanni di Lorenzo Landini. Dal figlio di lui Carlo acquistò nel 1661 il possesso il Cav. Filippo Neri del senatore Guglielmo Altoviti unendolo agli altri beni che aveva qui attorno.

Il Biliotto. - Villa Schneiderff. — Per 1'ampiezza del fabbricato, per la sua felice situazione di fronte alla pianura fiorentina, per la ricchezza e la comodità de’ suoi annessi è questa la più importante fra le ville che popolano la fertile ed ubertosa collina di Vicchio. Di essa si ha ricordo in un documento dello Spedale di Bonifazio dal quale apparisce come il 29 gennaio del 1395 Piero del fu Dato vendesse a Iacopo del quondam Francesco di Riccio di Biliotto del popolo di S. Firenze un podere con case, terre e prati detto Pietra Maggio per 670 fiorini d’oro. Il luogo divenne più tardi la più importante fra le dimore campestri che la famiglia dei Biliotti d’Aldieri o d’Aldighieri ebbe nel popolo di Vicchio del quale era originaria. Da quell’epoca la casa da signore si chiamò il Biliotto, nomignolo che è giunto fino ai nostri tempi. Questi Biliotti, famiglia differente da quella dei Biliotti d’Oltrarno, conservò lungamente il possesso della casa da signore che si era edificata, perchè soltanto il 26 aprile del 1635 Pieragnolo d’Aldieri la vendeva a Bartolommeo Sermartelli. Scipione Sermartelli, con testamento del 25 maggio 1674 lasciava questo possesso al nipote Piero di Bastiano Palmerini ed alla di lui discendenza mascolina e femminina. Morto nel 1715 senza figli il Cav. Iacopo Paimerini, la villa passava in proprietà dei suoi più vicini parenti Alamanno e Messer Giuliano di Giovan Battista Arrighi.

Nel 1762 una sentenza del Magistrato supremo contro l’eredità dell’Abate Alamanno Arrighi assegnava il possesso alla famiglia Del Rosso e nel 1784 dal Bali Lorenzo Del Rosso passava nella moglie di lui, una Capponi, che lo lasciò ai nipoti. In casa Capponi la villa rimase fino al decorso secolo, poi divenne proprietà della signora CorsiCasini vedova Schneiderff. Oggi appartiene al Cav. Rodolfo