Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
18 | i dintorni di firenze |
bastiere del Gonfalone Unicorno. Da lui l'acquistavano alla fine dello stesso secolo i Nasi già padroni di altre vicine ville ed essi, e probabilmente Ruberto, la ridussero all’ampiezza attuale collocando il loro stemma sopra una delle porte.
Il Palagio di Rimaggio, che si chiamò anche i Salterelli, fu da Raffaello Nasi venduto nel 1540 a Giovanni di Niccolò Giraldi ed ai Giraldi si deve certo la riduzione dell’esterno della villa al carattere presente. Nel 1776 all’estinzione della famiglia Giraldi, essa passò insieme al resto del patrimonio nei Pecori che da quel tempo si dissero Pecori-Giraldi. Nel 1814 la villa e diversi poderi annessi vennero comprati dai Gerini-Bonciani di Via dei Ginori, dei quali furono in gran parte eredi i Marchesi Gerini di Via del Cocomero, attuali possessori.
Da varj anni la villa, situata in posizione ridentissima e circondata da un vago giardino, serve di comoda e piacevole villeggiatura alle alunne del Regio Educatorio degli Angiolini.
Il Palagiaccio. - Casa Gerini. — Era un palagio che la potente famiglia degli Adimari possedeva in mezzo ad un’ampia estensione di terre e che nel 1260 venne devastato dai Ghibellini reduci da Montaperti insieme, ad altri edifizi che nel popolo stesso di Candeli possedevano i Conti Guidi ed i Bagnesi. Rassettato dipoi, apparteneva nel 1427 a Boccaccio di Salvestro Adimari dal quale ebbe origine la famiglia degli Alamanneschi-Adimari. Fu cotesto Boccaccio che lo vendè nel 1489 a Niccolò di Jacopo Strozzi; ma contro la vendita fatta, forse irregolarmente, ricorse al Palagio del Podestà Isa figlia di Alamanno degli Alamanneschi e, dietro favorevole sentenza, ottenne il 15 Febbraio 1512 da’ figli di Niccolò Strozzi la restituzione del Palagio e delle terre che portò al marito Raffaello di Jacopo Vecchietti. Un altro Raffaello Vecchietti come erede dell’avola Isa Adimari Alamanneschi, lo vendè il 18 Dicembre 1608 al Senatore Giuliano di Francesco Serragli il quale insieme a tutto il resto del suo pingue patrimonio lo lasciò nel 1648 in eredità alla Congregazione di S. Filippo Neri. Però l’esistenza di un fidecommisso del Serragli in favore della