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barriera di san niccolò 81

gine di un Manetto di Giovanni e dal 1495 in poi la troviamo in proprietà dello Spedale di Bonifazio del quale si vede murato nella fabbrica lo stemma, che è quello dell’Arte della Lana. Nel 1770, in data 9 giugno, lo spedale dava a livello la casa ed il podere a Matteo di Giovanni Baracchi antenato degli attuali proprietarj.

Le Pergole o il Buco. - Casa Cioci. — L’edilizio serba tutti i caratteri d’un antica villa e fu infatti dai primi del xv secolo casa da signore della famiglia Giovanni, che aveva il suo palazzo in Via Maggio. Caterina vedova di Giovanni Giovanni la vendè nel 1592 a Girolamo Mancini e nel 1629 da Lisabetta vedova del Cav. Duccio Mancini la comprava Bernardo d’Alessandro Guidi-Arrighi gli eredi del quale l’alienavano nel 1735 al Cav. Amerigo di Francesco Altoviti. Nel 1829 la compravano i Conti Alberti ai quali appartenne fino al 1878. Da vario tempo la villa è ridotta a casa colonica.

La Cappella o il Buco o l’Arale. - Casa Piccardi. — E prossima alla Cappella della SS. Annunziata, fondata da i Larioni e fu in origine casa da signore dei Bardi di quel ramo che si disse poi de’ Larioni. Acquistata dai Nasi, passò nel 1746 allo Spedale di Bonifazio il quale concesse a livello casa e podere, prima a Maddalena Medici-Capponi nel 1761, poi a Giovali Battista Piccardi nel 1772.

Oratorio della SS. Annunziata. — Posta lungo la via delle Sentinelle questa chiesetta conserva nella sua parte esterna il carattere degli edifizi congeneri sorti nel xiv secolo. Sulla facciata ha la porta sormontata da una lunetta e difesa da una caratteristica tettoja di legname; in alto un occhio ed uno stemma gentilizio e la cuspide del tetto adorna di una cornice a punte di mattoni. Venne fondata dalla famiglia Bardi e passò dipoi in possesso nel ramo di essa che da Ilarione di Lippaccio prese il cognome di Larioni. Era addetta alla vicina villa del Buco, pur essa proprietà dei Larioni. Nel xviii secolo la cappella apparteneva al Conservatorio de’ Poveri di S. Gio. Battista di Bonifazio, poi passò allo Spedale di S. Maria Nuova che la dette a livello col vicino podere alla famiglia Piccardi, proprietaria anche attualmente.

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